2016/01/31

1971/01/31: Il giorno del lancio sulla stampa italiana

La prima pagina de "La Stampa" di domenica 31 gennaio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Nove mesi dopo il dramma dell'Apollo 13

Quarto volo sulla Luna

Il lancio stasera alle 21,23 italiane - Gli astronauti Shepard, Mitchell e Roosa hanno trascorso 400 ore sul Lem per allenarsi e simulato passeggiate lunari per 300 ore - Venerdì e sabato le due escursioni sul satellite - L'intera missione durerà 9 giorni e 41 minuti - Eccezionali misure di sicurezza a Cape Kennedy per telefonate anonime che parlavano di sabotaggio al razzo

Tre serbatoi d'ossigeno
Una batteria di riserva 

(Dal nostro corrispondente) New York, 30 gennaio. Domani alle 21,23 (ora italiana) una nuova astronave parte per la Luna. Dal 17 novembre, un automa sovietico, il Lunakhod, esplora la superficie selenica; ma da un anno e due mesi nessun essere umano ha più messo piede sull'astro e nove mesi sono trascorsi da quando l'Apollo 13 venne fermato a metà strada dallo scoppio di un serbatoio d'ossigeno. Alan Shepard, comandante della missione e decano dello spazio, Edgar Mitchell, pilota del modulo lunare e Stewart Roosa pilota della cabina orbitante, dovranno dimostrare se l'uomo è davvero in grado di conquistare "con sufficiente sicurezza" la Luna ed i pianeti.
E' questa la quarta missione d'un equipaggio umano sul nostro satellite. La zona di Fra Mauro, l'area scelta per la discesa, nasconde i principali segreti della Luna. Collinosa e vulcanica, sarà assai più difficile da visitare dei Mari della Tranquillità e delle Tempeste, dove Armstrong e Aldrin prima e poi Conrad e Bean scesero nel '69. "Essa ci svelerà - ha dichiarato il direttore del programma Apollo, Petrone - tesori di conoscenza".
Per Shepard e Mitchell inoltre, si tratta di aprire nuove prospettive di colonizzazione della Luna in 34 ore di lavoro (un primato) tra il 5 e il 6 febbraio. Il compito è di "cancellare" l'insuccesso di Apollo 13. "Mi auguro - ha detto Shepard - che i nostri prossimi tre voli, a luglio, nel gennaio e nel giugno del '72, servano alla creazione, un giorno, di un laboratorio sulla Luna". Shepard spera anche che il successo del suo volo risollevi la Nasa dalla crisi causata dalla riduzione dei fondi e dei programmi.
A Capo Kennedy l'atmosfera è d'eccitazione e insieme di fiducia. Il conto finale alla rovescia è incominciato all'una di stamane (le 7 in Italia). A mezzanotte (per noi, le 6 di domattina) tutto sarà pronto, dai circuiti elettronici al carburante. All'inizio della settimana, i tecnici hanno trovato e posto rimedio a leggerissimi difetti in un computer e in una batteria. Nelle ultime ore, le voci di uno sciopero del personale, diffusasi da tempo, hanno ricevuto una recisa smentita. Ogni incertezza è superata. Ha affermato il direttore del lancio, Kapryan: "Mai tutto è andato così regolarmente".
Il tempo si preannuncia buono. Hanno destato grave preoccupazione alcune telefonate anonime che minacciavano il sabotaggio dell'Apollo 14. Sono entrate in vigore eccezionali misure di sicurezza: la polizia esegue frequenti e meticolosi controlli dentro e fuori di Capo Kennedy. Circa mezzo milione di persone è atteso per domani: tra le alte personalità, anche il ministro italiano per la Ricerca scientifica, Ripamonti.
Shepard, Mitchell e Roosa hanno oggi alternato l'ennesimo e ultimo "ripasso" delle istruzioni e del programma a periodi di riposo. Le mogli, dopo la visita di commiato, li hanno definiti "calmi e sicuri di se".
Nei giorni scorsi, due incidenti hanno turbato l'addestramento di Shepard, Mitchell e Roosa. Un elicottero pilotato dalla loro "riserva", Cernan, è caduto in un fiume, per fortuna senza gravi conseguenze. E una copia del Lem, o modulo lunare, un apparecchio del valore di un miliardo di lire, è esploso in volo: l'ufficiale che si trovava a bordo se l'è cavata con leggere ferite. Ma in nessuno dei due casi l'equilibrio dei tre astronauti è rimasto scosso. "Siamo perfettamente preparati" ha dichiarato Shepard. "Consideriamo la nostra missione meno pericolosa di una trasvolata atlantica".
Forse il "decano" non ha torto. Insieme con Mitchell ha trascorso ore nel Lem, contro le 260 di Armstrong e Aldrin, e ha simulato passeggiate sulla Luna per 300 ore, anziché per 130.
L'astronave medesima è stata perfezionata dopo il dramma dell'Apollo 13, con una spesa extra di 15 miliardi di lire. La capsula - chiamata Kitty Hawk dal primo aereo dei fratelli Wright - è dotata di tre serbatoi di ossigeno invece di due, di una batteria di riserva di 61 chili, di nuove paratie di materiale isolante. Scenderà fino a 15 chilometri dalla superficie della Luna, il livello più basso mai raggiunto, permettendo così al modulo di risparmiare carburante.
Ed ecco in sintesi il programma della terza discesa dell'uomo sulla Luna, 9 giorni e 41 minuti in tutto. Domani, alle 21,23, l'Apollo 14 parte, per imboccare la traiettoria translunare alle 23,54. Alle 3,59 di martedì, (sempre secondo l'ora italiana), l'astronave entra in una traiettoria "ibrida", e alle 7,58 di giovedì giunge in prossimità della Luna. Dopo le necessarie manovre orbitali, la mattina di venerdì 5 febbraio, alle 5,47, il Lem si stacca dalla capsula di comando e atterra alle 10,14 mentre Roosa rimarrà in orbita.
Il programma contempla due escursioni extraveicolari - dette elegantemente Eva 1 e Eva 2 - di circa 5 ore ciascuna, venerdì e sabato pomeriggio, per Shepard e Mitchell. Il ricongiungimento del modulo lunare con la nave madre avverrà sabato alle 21,30. L'"Apollo 14" si incamminerà sulla via del ritorno alle 2,35 di domenica e ammarerà nell'Oceano Pacifico alle 22,01 di martedì 9 febbraio. L'intera impresa sarà seguita alla televisione, le immagini saranno visibili anche a colori.
Tra tutti gli equipaggi degli Apollo, questo di Shepard, Mitchell e Roosa è forse il meno esperto. A 47 anni, Shepard è il "nonno" degli astronauti: ma una malattia all'orecchio lo ha tenuto per qualche tempo lontano dalle ricerche spaziali. Sposato, con due figlie, una maritata di recente, Shepard è un'abilissimo uomo di affari, possiede banche e catene di supermercati, ed è considerato miliardario. Rigido e severo non gode di molte simpatie. Mitchell ha 41 anni, è laureato in scienze, e ha sempre avuto fama di "bambino prodigio". Come Shepard, viene dalla Marina ed è pilota militare. La sua conoscenza e la sua impazienza sono ammirate e temute dai tecnici di Capo Kennedy. Anche Mitchell è sposato e ha due figlie. Roosa sembra l'uomo più tranquillo della piccola compagnia. Trentottenne, è ingegnere, ha moglie e tre figli, e ama le canzoni del West, al punto da portarsene sull'Apollo alcune su nastro.    (e.c.) 


Perturbazioni in arrivo dal Golfo del Messico

Capo Kennedy, 30 gennaio. I servizi meteorologici segnalano l'avvicinarsi dal Golfo del Messico di una serie di perturbazioni che potrebbero raggiungere Capo Kennedy proprio nel pomeriggio di domenica. Se così fosse il lancio dell' "Apollo" verrebbe rinviato di quasi quattro ore.
Da quando un fulmine colpì l' "Apollo 12" in fase di partenza si è deciso di non effettuare lanci se il maltempo è a meno di otto chilometri da Capo Kennedy.  (Ansa - Reuter)




A pagina 6 del quotidiano "La Stampa" di domenica 31 gennaio 1971 la programmazione televisiva italiana della RAI e del canale televisivo svizzero (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
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Nell'edizione de "Il Corriere della Sera" di domenica 31 gennaio 1971 la pagina 5 è dedicata completamente all'impresa lunare di Shepard, Roosa e Mitchell (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


A CAPO KENNEDY TUTTO PRONTO PER L'IMPRESA SPAZIALE

In cinquecentomila per l'Apollo

Gli spettatori convenuti allo Spaziodromo da tutti gli Stati Uniti e dall'estero - Non si è tralasciato nulla per la sicurezza degli astronauti - Quello che si è saputo e quello che si saprà dalla Luna - Chi sono Shepard, Roosa e Mitchell


Il canto del cigno di Capo Kennedy

Lo spaziodromo è attrezzato solo per i lanci - Ne dovrà sorgere uno altrove quando sarà realizzata la piattaforma orbitale in programma

Nuova York, 30 gennaio. Sono settemila e cinquecento gli invitati con la qualifica di Vip convenuti a Capo Kennedy per la partenza dell' "Apollo 14". Dal ministro per la ricerca scientifica, Ripamonti, ai quattro studenti italiani premiati per aver svolto il miglior tema spaziale del concorso bandito da una ditta di carburanti, al vice-presidente Spiro Agnew, al futuro re di Spagna, don Juan Carlos di Borbone con la consorte, a governatori, deputati e senatori di vari stati della confederazione stellata. Per un raggio di una diecina di chilometri intorno a Capo Kennedy si calcola che alla partenza di Shepard, Mitchell e Roosa, assisterà circa mezzo milione di persone. Ma chi era presente dieci anni fa al primo volo suborbitale americano, oggi trova quanto mai calma l'atmosfera che si respira a Cocoa Beach e nello stesso porto spaziale.
Forse Capo Kennedy sta così vivendo le sue ultime giornate di gloria. Attrezzato soltanto per la partenza, quando si avrà a che fare con lo Shuttle, la spoletta o corriera spaziale, da e per la piattaforma orbitale già in programma, saranno necessari impianti nuovi per consentire l'atterraggio dei veicoli spaziali, attualmente recuperati con l'ammaraggio nel Pacifico. Potremo allora assistere alla stessa battaglia di interessi, che anni fa si concluse con la scelta di Houston come centro spaziale: una scelta tuttora dibattuta per le motivazioni non del tutto scientifiche che avrebbero fatto preferire il Texas, stato natale dell'ex-presidente Johnson.
Mentre a Capo Kennedy era da poco cominciato il count down, il conteggio alla rovescia, a Washington veniva reso noto il bilancio, che per l'anno fiscale 1972 prevede soltanto 600 milioni di dollari: nonostante fossero stati già drasticamente tagliati, i fondi devoluti allo stesso programma "Apollo" nel 1970 erano assommati ad un miliardo e seicento milioni di dollari. E durante l'ultima fase del count down, iniziato all'una locale di ieri notte l'unico inconveniente, registrato fra i tecnici del porto lunare non è stato dovuto alla perfezione con cui si sono svolte le operazioni, ma al calo delle paghe che vi sarà a partire dal giorno successivo al lancio in virtù di nuovi contratti di lavoro.   (Franco Occhiuzzi)  

Tre uomini con le ali

Alan B. Shepard
Non sono pochi quelli che non lo vedono di buon occhio, ma anch'essi mettono concordemente in evidenza la sua abilità. Così nei giorni scorsi uno dei più grandi giornali della Florida intitolava a tutta pagina il lungo racconto della vita di Alan B. Shepard Jr, il comandante dell' "Apollo 14", l'uomo che fra quattro giorni poserà i piedi sulla Luna. Nato il 15 novembre 1923 a Eastderry nel New Hampshire, il capitano di vascello della marina americana Shepard, può vantare almeno tre primati. Con i suoi 48 anni suonati egli è il più vecchio astronauta che voli dalla Terra alla Luna, è l'ultimo rimasto in attività dei sette uomini che la Nasa prescelse per il primo progetto dei voli umani nello spazio con le capsule Mercury.
Ma sopratutto egli ha avuto la strabiliante avventura di essere stato il primo americano a viaggiare nel cosmo sia pure con il modesto lancio suborbitale del 4 maggio 1961 (*), a bordo della Mercury, Liberty 7. Fu un volo di appena 15 minuti; Shepard raggiunse una quota di 185 chilometri e ricadde sano e salvo sull'oceano Atlantico. Di fronte a tutti i chilometri che ora Shepard sta per percorrere con l'"Apollo 14", quel volo appare una ben modesta impresa; ma appena dieci anni fa, essa servì ad aprì la via del cosmo alla titubante attività astronautica americana.
Compiuti gli studi primari nel suo paese natale, Shepard seguì la tradizione familiare (suo padre è un colonnello dell'esercito a riposo) e si iscrisse all'Accademia navale, diplomandovisi in scienze, nel 1944. Fece così a tempo a partecipare alle ultime fasi delle battaglie sul Pacifico della seconda guerra mondiale e fu assegnato infine come pilota collaudatore della Marina alla scuola aerea di Patuxent River. Partecipò alla guerra di Corea e quando la Nasa lanciò i suoi bandi di concorso per la scelta degli uomini spaziali, Shepard fu uno dei primi a presentare le sue credenziali. Nel 1947 si era sposato con una bella ragazza della Pennsylvania, Louise Brewer. Da lei ha avuto due figlie; Laura, nata nel 1947 e Julie, nata nel 1951; ha poi adottato la figlia di una sua sorella.
"Quando decisi di arruolarmi come astronauta, e mi fu fissata la data per il primo colloquio d'esame - ha scritto lo stesso Shepard - discussi tutta la notte con Louise; alla fine lei mi disse: "Ma perché chiedi a me il permesso, quando sai bene che farai tutto quello che vorrai qualunque sia la mia opinione?". E in effetti questi sono i lati fondamentali del carattere di Shepard: una eccezionale forza di volontà; una notevole sicurezza di sé; una grande forza di sopportazione nelle difficoltà fisiche e nelle situazioni più dure, purché egli sia in qualche modo il primo. Anche a scuola, ha scritto di lui sua madre, fino all'infanzia, voleva essere il primo della classe e ci riusciva.
Dopo il suo volo suborbitale, egli fu vittima di un grave disturbo al vestibolo di un orecchio, e pertanto fu dichiarato inabile all'attività astronautica. Non si dette per vinto: dopo aver consultato medici e chirurghi, si recò a Los Angeles nella clinica del dottor Whouse, presentandosi come un certo signor Victor Paulis (si noti la parola Victor prescelta per il suo falso nome) e accettò di farsi operare pur non avendo alcuna assicurazione sulla riuscita dell'intervento. L'operazione dette il risultato che egli sperava. Riacquistata la sua integrità fisica, fu riammesso nei ruoli degli astronauti e ricominciò il training per raggiungere la Luna. E' un uomo duro e volitivo ma sa anche rendersi amabile (sopratutto alle donne) per il suo fair play. Nel lavoro non ammette sbagli e sa essere rigorosissimo con i suoi sottoposti. Insomma, è quello che si dice un uomo nato per le responsabilità e le funzioni di comando. Del suo primo volo dice semplicemente: "Era pericoloso, non sapevo a quale incognita andavo incontro, ma dovevo farlo e lo feci". Al contrario di molti suoi colleghi non ha mai fatto dichiarazioni di professare fedi religiose.
Dei primi sette astronauti del programma "Mercury" insieme con Shepard è rimasto alla Nasa soltanto Donald Slayton come comandante a terra degli equipaggi, pur non avendo mai potuto volare per insufficienza cardiaca. Degli altri, Gus Grissom morì bruciato con l'"Apollo 1" in una simulazione di volo; Walter Schirra lavora con una compagnia di Denver; John Glenn si è dato alla politica; Carpenter compie ricerche oceanografiche; Gordon Cooper ha messo su una grande azienda commerciale e vive in una house boat, in una casa galleggiante, una specie di yacht, ancorata non lontano da Miami Beach.


Stuart A. Roosa
Stuart Allen Roosa - che nella missione dell'"Apollo 14" svolgerà la funzione di pilota del veicolo di comando, rimanendo in orbita intorno alla Luna, mentre i suoi due compagni Mitchell e Shepard porteranno a compimento le loro esplorazioni sul satellite - è anch'egli un militare. E' maggiore dell'Aeronautica ed è più giovane dei suoi compagni, essendo nato nel 1933 nella piccola cittadina di Durango nel Colorado. Capelli rossi, occhi blu, è alto circa un metro e settanta, e divento cultore di scienze e poi astronauta dopo essersi diplomato in giurisprudenza a Claremore, nell'Oklahoma, dove la sua famiglia si era trasferita. Si diplomò in scienze all'università dell'Arizona e poi in ingegneria aeronautica nell'università del Colorado. Si arruolò nell'Aeronautica nel 1953, diventando poi pilota collaudatore nella base di Edwards, in California. Come pilota dell'Aeronautica ha operato in Giappone nella base di Tachikawa. Nel frattempo si era sposato con Joan Barret di Tupelo, nel Mississippi, diventando padre di quattro figli: Cristopher, nato nel 1959, John nel 1961, Stuart jr. nel 1962 e Rosemary nel 1963.
Il 1965 segnò una data importante per Stuart Roosa. Conseguito il diploma per le ricerche aerospaziali, fece domanda alla Nasa per diventare astronauta e l'anno dopo fu prescelto con il gruppo degli ultimi diciannove astronauti destinati al programma "Apollo". Fino a quel momento egli aveva accumulato una esperienza di volo sui più differenti aerei acrobatici per un totale di oltre 4300 ore. Nel 1969 fece parte dell'equipaggio di riserva per la missione dell'"Apollo 9".
Roosa, pertanto, è una matricola dello spazio. Della sua vita privata non parla molto. Ama teneramente la moglie e i suoi quattro ragazzi e, quando può, si dedica volentieri ai suoi hobbies preferiti: la caccia, la pesca, la vela. Profondamente religioso, Roosa era luterano fino a 13 anni fa. Sposandosi si è convertito alla religione della moglie, diventando cattolico. Sulla Luna porterà con sé una medaglietta che gli hanno regalato i suoi familiari. E' una immagine in rilievo di San Cristoforo, protettore dei viaggiatori.


E. Dean Mitchell
Il terzo uomo dell'"Apollo 14", Edgar Dean Mitchell, è un texano di 41 anni. Capelli castani, occhi verdi, è alto un po' più di Roosa, ed è anche un po' più robusto. Quand'era ragazzo la sua famiglia si trasferì dalla piccola cittadina di Hereford a quella di Artesia, che Mitchell considera, appunto, la sua hometown. Ad Artesia compì tutto il curriculum scolastico primario e si diplomò in industrial management nel 1952.
Arruolatosi in Marina, si laureò in ingegneria aeronautica. Iniziò la carriera nella base di San Diego in California e poi a Newport, diventando pilota acrobatico. "La mia passione è sempre stata quella di volare - ha ripetuto più volte Mitchell - e volare sopratutto con il nome della U.S.Navy". Ma se è vero che la sua passione è il volo, vale per lui un altro fondamentale carattere. E' uno studioso accanito, non per nulla è riuscito a diventare docente (doctor of science) in aeronautica e astronautica al famoso Massachusetts Institute of technology fin dal 1964.
Anch'egli fa parte dell'ultimo gruppo di astronauti prescelti della Nasa nel 1966 per il programma lunare e fece parte dell'equipaggio di supporto a Terra per l'"Apollo 9" e dell'equipaggio di riserva per l'"Apollo 10". Sposato con Louise Elizabeth Randall, del Michigan, è anch'egli padre di due figli, come Shepard: Karlyn nata nel 1953 e Elizabeth, nel 1959. Ha una passione sportiva profonda per il nuoto e il tamburello.
Crede profondamente in Dio e fa parte di una attiva setta protestante. Crede anche nell'occultismo, ed ha studiato intensamente filosofia e letteratura.   (G.M.)