2016/02/06

1971/02/06: La prima attività scientifica di Shepard e Mitchell sulla superficie lunare sui principali quotidiani italiani

La prima pagina de "Il Corriere della Sera" di sabato 6 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

 

FELICEMENTE CONCLUSA LA PRIMA PARTE DELLA MISSIONE APOLLO 14

Al lavoro sulla Luna

Alle 10.18 di ieri il LEM si è posato nella zona di Fra Mauro - Il primo rapporto: "E' stato lungo il cammino, ma eccoci qui!" - Dopo cinque ore e mezzo, Shepard e Mitchell sono usciti dalla navicella - La raccolta dei campioni lunari e l'allestimento dell' "osservatorio scientifico automatizzato" - Utilizzato il carrello per il trasporto di equipaggiamenti e attrezzi

Il falso allarme di un computer

(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Houston, 5 febbraio. Fantastico, sorprendente è stato il terzo approccio umano nelle desolate lande della Luna. E' stato lo spettacolo televisivo più impressionante che l'uomo abbia mai visto, inviatoci a terra con i suoi colori naturali, che poi mettono maggiormente in evidenza il tremendo squallore del nostro satellite. Sono state quattro ore e mezzo di una attività intensa e frenetica, che ha trasformato le formazioni di Fra Mauro in un vero e proprio laboratorio cosmico, in una centrale di analisi selenologiche quali da tempo gli scienziati attendevano.

Il saluto di Nixon

Aiutati dal loro carrello mobile, Shepard e Mitchell hanno potuto portare a compimento tutto il percorso stabilito per questa loro prima uscita e tutti gli esperimenti loro affidati che vi ho descritto ieri.
Vi sono stati anche momenti di intensa ilarità. Segno che tutto procedeva bene. E' avvenuto soprattutto quando, piazzata l'antenna ad ombrello, issata la bandiera americana (al saluto di Nixon e al suo invito a pranzo gli astronauti si sono semplicemente dichiarati felici di accettare ed hanno ringraziato), sistemato tutto l'armamentario degli apparecchi, è venuta la volta di sparare contro la Luna per mezzo del Thumper. Con questo bazooka, Mitchell ha sparato ventuno cartucce contro il suolo lunare. Ma tredici di esse hanno dato cattivi risultati ai geofoni. Il fatto è che tanto Mitchell quanto Shepard erano molto stanchi.
"Aspetta, aspetta venti secondi - gli gridavano da Houston - poi conta fino a cinque e spara". Il conteggio purtroppo non è stato sempre rispettato. Per televisione si vedeva male. Si era in campo lungo, ma attraverso le cuffie si poteva sentire chiaramente lo scoppio dei petardi lunari. Intorno Shepard, con le sue macchine fotografiche, ballonzolava con lo stile ormai classico degli uomini lunari. Saltelli al rallentatore come quelli che farebbe un canguro. Per prima cosa però gli astronauti avevano provveduto a mettere al sicuro un primo bagaglio di rocce lunari.
L'atterraggio su Fra Mauro è stato perfetto. Anzi è stata la discesa lunare più precisa di quelle realizzate finora: il Lem si è posato a meno di venti metri dal punto geometrico calcolato sulle mappe. Ed anche se non vi sono stati la spasmodica ansia e i timori che percossero il mondo intero per il primo storico allunaggio di Armstrong e per il drammatico viaggio dell'Apollo 13, le emozioni che ci ha provocato la missione di Shepard fino al momento del touch down della astronave Antares non sono state meno intense.
La notte scorsa, due inconvenienti capitati proprio nelle ultime fasi prima della discesa sulla Luna hanno creato nuovi momenti di grande trepidazione. Dapprima è stato il calcolatore elettronico di bordo, poi addirittura il radar per l'atterraggio morbido. Ma procediamo con ordine.
Shepard e Mitchell erano già entrati nel Lem e si erano staccati dall'astronave-madre. Sulla Kitty Hawk - solo soletto - Stuart Roosa si è allontanato per immettersi in un'orbita nominalmente circolare, compresa fra 110 e 115 chilometri di quota, in parcheggio, dove resterà fino a domani in attesa che, conclusa l'esplorazione, i suoi due compagni di avventura risalgano dal suolo lunare e lo raggiungano nello spazio per riprendere la strada del ritorno. Continuando la sua orbita ellittica più bassa alla velocità di circa seimila chilometri orari, Antares aveva interrotto le comunicazioni passando dietro l'emisfero nascosto del satellite. Shepard e Mitchell stavano ultimando i controlli ed i preparativi prima dell'accensione del razzo frenante. Improvvisamente si è accesa la spia rossa dell'Abort Command (cioè il segnale che qualcosa non andava) e pertanto il computer avrebbe comandato di rinunciare all'"allunaggio".
Dopo due interminabili ore di discussioni e di analisi, la soluzione è venuta dal gruppo dei cervelli del Massachusetts Institute of Technology che aveva preparato i programmi per il calcolatore. Poiché tutto era in ordine, si è comandato di non tener conto di quel segnale e tutto è ripreso normalmente. Finalmente è giunto l'istante dell'accensione del potente razzo di Antares. Ma ecco il secondo inconveniente: il radar di atterraggio non ha funzionato a dovere, poi anche esso comincerà ad operare regolarmente.

La discesa del Lem

La traiettoria di discesa è durata 12 minuti e 46 secondi. E' stata un minuto e quattordici secondi più lunga del previsto, ma ciò è stato necessario per meglio puntare sull'obiettivo. Le fasi di questa traiettoria sono state come sempre cariche di suspense. Davanti al grande schermo della sala stampa di Houston abbiamo seguito il cammino dell'astronave di Shepard istante per istante, mentre gli altoparlanti e le cuffie ci mettevano in contatto con gli uomini lunari. I colloqui fra la Terra e il cosmo erano secchi e perentori, fatti essenzialmente di cifre e di OK. "Duemila e quattrocento piedi, si va giù un po' troppo veloci. 2050, ancora troppo forte, 1500, troppo veloci ma non male. OK.". Poi la velocità è ancora decresciuta: "il Lem, con le zampe rivolte verso il suolo lunare, volteggiava nel vuoto come un elicottero nell'aria, cercando il miglior punto di atterraggio. "Duecento piedi, 5 piedi al secondo di velocità, le riserve di propellente looking great. Ecco, siamo a 50 piedi, la velocità è circa di un metro al secondo. E' stato un viaggio un po' lungo (108 ore, 55 minuti e 14 secondi dalla partenza) ma finalmente stiamo arrivando. Eccoci qui, siamo proprio sulla moneta". (Quest'ultima è un'espressione che, in gergo ippico, significa che il traguardo è raggiunto). "C'è una gran polvere": era l'effetto dei gas di scarico del motore del Lem sulla polvere lunare. L'astronave si è posata sul Fra Mauro mentre nei serbatoi c'era propellente per ancora un minuto di volo. Un record. A Houston erano le 3,18 (le 10,18 italiane). "Antares è in ottime condizioni" hanno risuonato le voci nelle cuffie, si è inclinato di appena 8 gradi, quindi in perfette condizioni per ripartire. Immediatamente dopo, mentre la polvere selenica ripiombava al suolo, scoprendo il paesaggio lunare ai finestrini del Lem, Shepard e Mitchell hanno provveduto subito al controllo degli strumenti e a preparare il loro veicolo cosmico alla partenza.
Da quel momento essi erano pronti per procedere alla attesa missione esplorativa. Il luogo dove si trova il Lem dell'Apollo 14 è situato a circa 1200 chilometri ad ovest del punto in cui, nel luglio del 1969, si posò sulla Luna il primo piede umano, ed è ad appena 48 chilometri a nord del grande cratere di Fra Mauro.
A proposito della manovra di discesa, il secondo uomo che dopo Armstrong posò i suoi piedi sulla Luna - Aldrin - accanto al quale ho avuto la ventura di seguire tutta la traiettoria fino all'impatto, ha commentato: "Hanno potuto risparmiare carburante perché provenivano da un'orbita più bassa e hanno dovuto impiegare più tempo perché dovevano guardare con maggiore attenzione il luogo prescelto per l'atterraggio, pieno di buchi e di crateri. In più l'area di allunaggio doveva essere esatta per portare a termine gli esperimenti scientifici affidati alla missione. Altri commenti non posso fare".
Infine è cominciata la descrizione del panorama lunare di fronte alle finestre di Antares con frasi come queste: "Il cratere cono è impressionante, ma non mi sembra difficile da scalare. Qui intorno vi sono meno pietre di quanto mi aspettavo". Quindi è stata la volta di Mitchell: "La doppietta di crateri davanti a me e che vedremo con la seconda attività extraveicolare è molto pronunciata, crea il limite dello orizzonte lunare con il cielo nero". Poi sono cominciate le comunicazioni circa l'esatta posizione del Lem: un puntino nelle nostre mappe le cui coordinate il calcolatore di Antares sta precisando al millesimo.
Finita la descrizione dell'ambiente e le comunicazioni riferentesi alle fotografie che gli astronauti scattavano, sono cominciati i controlli agli apparati necessari per l'uscita all'aperto. Ma sono sorti altri due problemi. Il primo riguardava l'UCTA l'Urine Collection Transfer Assembly (l'apparato per l'accumulo e la dispersione dei liquidi organici). Poi è stata la volta dell'effetto Larsen - di cui troverete un cenno più particolareggiato in altra parte del giornale - che ha trasformato in una serie di sibili le comunicazioni di Shepard. Alla fine anche queste difficoltà sono state superate e si è giunti all'uscita all'aperto con cinquanta minuti di ritardo.
Shepard si è affacciato al portellone del Lem, si è guardato in giro e poi è sceso. Non vi sono state frasi storiche ma semplicemente: "Finalmente ci sono". "Non è poco - hanno risposto da Houston - per un vecchietto come te". Uno dopo l'altro gli astronauti hanno scaricato i loro bagagli ed hanno cominciato le loro operazioni esplorative. Hanno montato e usato il carrello per trasportare equipaggiamenti e attrezzi, hanno installato l' "osservatorio scientifico automatizzato", hanno raccolto rocce e polvere lunare, hanno disposto l' "antenna a S" per le comunicazioni con la Terra.
Alle 20,20 (ora italiana) dopo tanto camminare e dopo tanto lavoro sono finalmente risaliti nella loro casa selenica. Erano felici ma stanchi. Non desideravano altro che cominciare il previsto turno di dieci ore di riposo. Ricominceranno a lavorare alla mezzanotte (in Italia saranno le sette di sabato). Per domani è attesa la seconda attività extraveicolare, più lunga e più impegnativa della prima. Poi vi sarà l'emozionante momento della partenza, il ricongiungimento in orbita con Roosa e l'inizio del viaggio di ritorno verso la Terra.   (Giancarlo Masini)

 

La quinta pagina de "Il Corriere della Sera" del 6 febbraio 1971, interamente dedicata al terzo sbarco umano sulla Luna (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

 

 

La prima e la seconda pagina de "La Stampa" di sabato 6 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

 

Terzo viaggio sulla Luna: successo pieno
 
Nove ore di escursioni
Questa sera il ritorno

Shepard e Mitchell sono scesi ad appena venti metri dall'obiettivo - Si era temuto che la missione fallisse per un guasto al sistema radar-computer - Il cuore di Shepard pulsava 80 battiti al minuto (perfetto) - I due uomini sono usciti dal Lem alle 16, hanno lavorato 5 ore - Oggi nuova "passeggiata"


Il pilota ha azionato a mano i comandi di discesa del Lem

(Dal nostro corrispondente) New York, 5 febbraio. Per la terza volta, abbiamo assistito ad una "passeggiata" lunare. Alle 15,54 di oggi, ora italiana, Alan Shepard, il veterano dello spazio, è sceso lungo i nove scalini del "Lem". Nell'istante in cui i suoi piedi hanno toccato il suolo, il comandante dell' "Apollo 14", che attendeva di realizzare il suo sogno dal 1961, ha esclamato: E' stato un lungo viaggio, ma eccoci arrivati". Il cuore di Shepard pulsava in quel momento regolarmente, circa 80 battiti al minuto. Alle 16 esatte, Edgard Mitchell l'ha raggiunto, il fiato grosso per lo sforzo d'adattarsi alla gravità lunare.
Al centro di controllo di Houston, uno scrosciante applauso ha salutato i primi passi dei due astronauti. Shepard e Mitchell sono il quinto e sesto uomo che abbiano posto piede sulla Luna dopo Armstrong e Aldrin, e Conrad e Bean, sbarcati nel luglio e nel novembre del '69.

"Il giusto posto"
 
Per pochi minuti, la missione non è fallita. Un difetto nel radar per l'atterraggio del "Lem" ha bloccato il computer di bordo nella fase cruciale della discesa. Soltanto dopo che un programma d'emergenza, elaborato in tre ore, è stato fornito alla macchina, e dopo che Shepard ha preso i comandi a mano, il "Lem" ha potuto posarsi sulla Luna. Il computer si stava preparando ad invertirne la marcia e a rimandarlo in orbita: "c'è mancato poco" a detto Shepard agli scienziati e ai tecnici che l'avevano aiutato, "grazie ragazzi, magnifico lavoro". Neppure in questo frangente - il più critico dell'intera impresa - il comandante ha tradito la minima emozione: le sue pulsazioni sono rimaste regolari.
Con due minuti di ritardo, alle 10,18, il "Lem" è atterrato a meno di venti metri di distanza dal punto stabilito, la manovra migliore di tutti gli "Apollo". Ma le emozioni non erano finite: scesa in una piccola conca, su un pendio, l'astronave s'è inclinata di 8 gradi, più della metà del massimo consentito perché non si capovolgesse. Più tardi, indossando lo "scafandro" per la "passeggiata", Shepard ha constatato che la sua trasmittente non funzionava. E' occorsa mezz'ora per scoprirne la ragione. I due astronauti hanno calcato il suolo lunare oltre un'ora dopo il previsto: la loro permanenza sul satellite dovrebbe ridursi perciò a 32 ore e mezzo.
Nessuna missione è mai stata così drammatica ed entusiasmante come questa dell'"Apollo 14". Essa segna una svolta decisiva nella breve vicenda dell'esplorazione dello spazio. Fin dall'inizio, è stata disseminata di difficoltà e d'imprevisti, che uomini e macchine hanno tuttavia superato insieme. E' dubbio che una navicella automatica, e persino l'"Apollo 11" e l'"Apollo 12", più fragili e meno preparati, avrebbero resistito a tante prove. Il successo dell'attuale impresa è il frutto di una revisione degli strumenti e dei sistemi dopo la tragedia dell'"Apollo 13", semidistrutto lo scorso aprile da un'esplosione ad un serbatoio, di un coordinamento eccezionale, ma appena agli inizi, tra mezzi umani e tecnologici, di una rispondenza senza precedenti tra il coraggio individuale e l'abnegazione d'equipe. Nessuno più dell'"Apollo 14" dei suoi piloti, ideatori e controllori merita un ritorno trionfale a terra martedì notte.
Conviene seguire questa giornata straordinaria ora per ora, e in certi punti minuto per minuto. Sono le 5,50, in Italia è l'alba. Shepard e Mitchell, trasferitisi da alcune ore sul "Lem" Antares, chiedono a Roosa, rimasto sulla cabina orbitante Kitty Hawk, di separare i due vascelli. Roosa esegue, ritirando la sonda d'aggancio: "Vi vedo bene, siete meravigliosi" grida, prendendo fotografie.
"Anche tu sei bello" risponde Mitchell ridendo. Fino alle 7,39 la cabina e il modulo volano di conserva, poi Roosa abbandona l'orbita di discesa di 18-107 chilometri e risale su quella ellittica di 105-315 chilometri. Egli deve controllare col radar le variazioni della gravità lunare e compiere esperimenti di fusione di leghe nel vuoto assoluto.
Il "Lem" è solo. Procede a una velocità di circa 6000 chilometri ad un'altezza di 16 chilometri dalla Luna. Ma qualcosa non funziona. Il computer che regola l'atterraggio non riceve nessuna indicazione dal radar che dovrebbe scandagliare la superficie selenica, determinarne la distanza, e condizionare la posizione e la velocità della navicella.

La spia accesa

"La spia d'emergenza è accesa" dice Shepard al centro di Houston. "La spia è accesa" ripete qualche minuto dopo. Il problema è grave. Il computer è programmato in modo tale che, quando il Lem incomincerà la discesa, lo fermerà e lo farà tornare indietro: al mancato funzionamento del radar, è scattato infatti il programma d'emergenza, che è irreversibile. La vita degli astronauti non è in pericolo, ma missione è condannata al fallimento.
Né Shepard né Mitchell né il centro di controllo di Houston perdono la testa. Gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology che hanno costruito il computer incominciano subito a elaborare un altro programma. A bordo del "Lem" i due piloti verificano tutti gli interruttori. Il radar viene attivato, era semplicemente mancato il contatto. Ma per il computer è una corsa contro il tempo. Finalmente, dieci minuti prima che abbia inizio la discesa, Houston riceve il nuovo programma: esso include l'ordine al computer di non tenere conto dell'emergenza. Alla radio, uno dei direttori del volo Jerry Griffith, lo detta a Mitchell. Il computer è sbloccato. Mitchell tira un respiro di sollievo: "Avete salvato la missione" dice.
Alle 10,05 i razzi s'accendono, e "Antares" scende, più velocemente del normale, forse troppo, quasi 3500 chilometri l'ora. Dopo 26 secondi, Shepard decide di prendere i comandi, Mitchell rileva i dati del computer e dirige la navigazione, è la stessa manovra compiuta un anno e mezzo fa da Armstrong e Aldrin. Si tratta di spostarsi cica 500 chilometri a ovest. "You are go for Fra Mauro" li informa il centro di controllo da Terra. "E' un bel giorno per Fra Mauro" ribatte Shepard con un sorriso di gioia. In quattro minuti, il Lem s'abbassa di 3 chilometri. A 1000 metri d'altezza, un grido di Mitchell: "Il cratere del Cono a destra, ci siamo". E' il punto dell'atterraggio.
"Meraviglioso" esclama Shepard. "You are go for Landing" risponde Houston. "Grazie. E' fantastico" ripete il comandante. "Non è male" commenta Mitchell.
"Sei a 150 metri dal suolo, velocità 5 metri il secondo, Alan".
"Meglio che ci alziamo un po'" dice Shepard. Il terreno è troppo accidentato, atterrare sarebbe pericoloso. "Abbiamo passato il vulcano dei Gemelli" avverte Mitchell. "Carburante, sei per cento, va bene. Siamo a 55 metri d'altezza, velocità 5 metri il secondo. E' il posto giusto, la superficie mi sembra soffice".Il "Lem" s'arresta, scende molto lentamente.
"Stiamo sollevando polvere - osserva Mitchell - Siamo a 15 metri".
"E' in perfette condizioni truppa" aggiunge Shepard. "Sette metri, 1 metro al secondo… Contatto… Siamo atterrati, siamo atterrati… E' stato un ottimo atterraggio".
Houston esulta, congratulazioni e auguri giungono alla radio ai due astronauti. La discesa è durata 12 minuti e 46 secondi, quasi al limite della riserva di carburante. "Ci troviamo in una specie di catino grigio marrone" annuncia la voce calma di Shepard. Un accenno all'inclinazione del "Lem" ma senza una nota di timore. Al centro di controllo le famiglie degli astronauti, ripresesi dalla suspense, scherzano e ridono. "L'astronauta di mezza età c'è l'ha fatta" dice qualcuno alludendo ai 47 anni del comandante. "Non possiamo dire che mio marito è come Mosè" risponde la signora Shepard "la sua terra promessa l'ha raggiunta". Anche Roosa, nella solitudine della sua cabina orbitante, si unisce nella gioia generale.
Sono le 14. I due astronauti hanno esaminato minuziosamente il loro modulo, trovando tutto in perfetto ordine. Ardono d'impazienza, vogliono uscire. Indossano gli speciali indumenti, e scoprono d'improvviso che la trasmittente di Shepard con Houston non funziona. Non è un problema grave, perché possono comunicare tra loro con un'altra radio, e Mitchell può tenere i collegamenti con il centro di controllo grazie al suo apparecchio. Ma il direttore del programma Apollo, petrone, non intende correre nessun rischio. Per trenta minuti i due astronauti trafficano intorno allo scafandro di Shepard, finché non si accorgono che la trasmittente è isolata da un'interruttore. "Adesso non toccate più nulla" consigliano scherzosamente da Terra. E poi "You are go for eva 1", procedete con la "passeggiata" lunare.
Shepard e Mitchell sbarcano, piantano la bandiera americana sulla superficie selenica, mettono in azione la telecamera a colori, per la prima volta in presa diretta dal satellite. Il "Lem" è arrivato in un buio fitto, ma adesso c'è luce, e sui nostri teleschermi appare un panorama ruggente, di una tinta verde. Shepard si distingue per una fascia rossa al braccio, sullo sfondo c'è il cratere del cono. Fra Mauro è circa 1500 chilometri a est del Mare della Tranquillità, dove scese l'"Apollo 11", e 180 a ovest del Mare delle Tempeste, dove scese l'"Apollo 12". La temperatura può variare da 117 centigradi di giorno a 173 sottozero di notte. Il posto è selvaggio, leva il fiato. Secondo gli scienziati, data a 4 miliardi e mezzo di anni fa, è collinoso, vulcanico, battuto dalle meteoriti: è uno delle "chiavi" del sistema solare.
Shepard e Mitchell staccano dalla parete del "Lem" tutta una serie di strumenti nuovi. Un carrello pieghevole, per il trasporto delle pietre, detto Met dalle iniziali di "Modular Equipment Transporter". Un apparecchio per rendere possibile lo scambio di ossigeno tra i due astronauti in caso di incidenti, un bazooka verticale o "Thumper" per sparare al suolo, e tre geofoni collegati da un cavo di oltre 100 metri per registrare le onde provocate dalle esplosioni. Uno dei loro obiettivi principali è accertare se immediatamente sotto la superficie esistono concentrazioni di ghiaccio, ossia acqua allo stato solido. I due astronauti hanno inoltre con sé sismografi, riflettori Laser, e una minuscola "stazione scientifica" con generatori atomici.
Col carrello carico dei preziosi oggetti, Shepard e Mitchell si muovono abbastanza agilmente sulla Luna. Installano la "stazione" e tutti gli altri dispositivi, poi incominciano a riempire il carrello medesimo di sassi e detriti, nell'eventualità di una partenza affrettata. Lavorano sodo e bene, scambiandosi battute.
"E' dura" dice Shepard. "Niente di meglio che un bagno fino alle ascelle nella polvere lunare" ribatte Mitchell. Neppure l'informazione che il presidente Nixon si complimenta con loro e li inviterà alla Casa Bianca al rientro interrompe il loro ritmo. Anche dal punto di vista scientifico, la missione dell'"Apollo 14" ha un'importanza senza precedenti. "Il vostro sbarco sulla Luna" dichiara il presidente "è un evento storico per l'umanità".
Le ore passano. L'attività dei due astronauti è così proficua che, anziché farli tornare al "Lem" alle 20,01 il centro di controllo di Houston li lascia fuori fino alle 20,43. Mitchell riesce a fare esplodere 18 delle 21 cartucce del "Thumper", e innesca tre granate che scoppieranno dopo la partenza della navicella. A terra, la prima impressione degli scienziati è che il punto dell'atterraggio sia più soffice di quanto si pensasse. Domani, Shepard e Mitchell non eseguiranno esperimenti, si dedicheranno solo all'esplorazione del cratere del cono, prelevando quanta più roccia possibile: il carico loro consentito è di 55 chili. La loro passeggiata dovrebbe durare dalle 11,38 alle 15,53 ore italiane.
Al momento in cui scrivo, Shepard e Mitchell dormono. Si sono coricati alle 21,58, si risveglieranno domattina alle 7,48. La partenza dalla Luna è prevista alle 19,51, il riaggancio alla cabina orbitante alle 21,33. "A domani cratere del cono" ha detto Shepard ritornando al "Lem". "Non dovremmo avere difficoltà nello scalarti". La collina è alta 150 metri, sarà l'escursione più lunga mai compiuta dagli astronauti, due chilometri in tutto. Sul modulo, come a terra, c'è serenità e fiducia. (Ennio Caretto)

 

Tre minuti di Apollo alla televisione russa

I giornali di Mosca ignorano l'impresa

(Dal nostro corrispondente) Mosca, 5 febbraio. Con due dispacci di cinque righe l'uno, l'agenzia Tass ha annunciato stasera che Alan Shepard e Edgard Mitchell hanno iniziato la passeggiata lunare. Anche radio Mosca si è limitata a leggere il brevissimo testo dell'agenzia ufficiale, mentre la televisione, nel notiziario delle 20, ha trasmesso per tre minuti e mezzo immagini dei due astronauti sulla Luna registrate durante il collegamento tra il Lem e la base di Houston.
La televisione non ha dato molti particolari sull'impresa spaziale americana, limitandosi a dire che "l'esplorazione della Luna da parte di Shepard e Mitchell continuerà domani"
La notizia della Tass - diffusa alle 18,51 ora di Mosca (le 16,51 in Italia) - è stata preceduta da un servizio assai più lungo su Lunokhod, l'automobile lunare che si trova da oltre due mesi sulla Luna. L'agenzia ha informato che l'uscita di Shepard dal Lem è stata ritardata di quasi un'ora per "inconvenienti al sistema dello zaino che il cosmonauta porta sulle spalle".
I giornali, che avevano pubblicato con un certo rilievo la notizia della partenza di "Apollo 14", hanno ignorato il volo americano negli ultimi due giorni. Le Izvestija sono uscite stasera senza neppure dare la notizia dell'atterraggio del Lem sulla superficie lunare.
Quanto al Lunokhod il comunicato della Tass dal "centro collegamenti spaziali" ha reso noto che il veicolo automatico lunare entrerà nuovamente in contatto radio con la terra e riprenderà la sua attività nella giornata di domani. Tutti gli strumenti funzionano con regolarità.

 

Il racconto della prima esplorazione lunare di Shepard e Mitchell nella prima e seconda pagina de "Il Resto del Carlino" di sabato 6 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

 

Dopo un preciso allunaggio hanno compiuto la prima lunga "passeggiata"

Shepard e Mitchell: lavoro perfetto sulla Luna
 
Per oltre quattro ore hanno compiuto esperimenti e rilievi geologici - Sempre emozionante il collegamento televisivo in trasmissione diretta - Montata la "carriola" lunare che oggi sarà trainata dai due astronauti lungo un percorso di oltre due chilometri - Il messaggio di Nixon

Houston, 5 febbraio. Il quinto e il sesto esploratore della Luna, gli americani Shepard e Mitchell, sono in piena attività nella accidentata regione di Fra Mauro dal pomeriggio di oggi. Nella prima passeggiata lunare hanno sistemato le apparecchiature scientifiche che per molti mesi rimanderanno a terra dati sulle vibrazioni della crosta lunare, sulle radiazioni solari e su molti altri fenomeni. Domani sabato, compiranno una lunga escursione fino al cratere conico, uno dei maggiori rilievi della regione, alla ricerca di materiali che dovrebbero risalire all'età formativa della Luna, cioè a quattro miliardi e mezzo di anni fa.
L'allunaggio dell'"Antares", il modulo lunare di questa missione che porta il nome dell'astro più brillante della costellazione dello Scorpione, è stato alquanto movimentato. Il calcolatore elettronico di bordo dava da qualche ora segni di saturazione e una squadra di matematici e di ingegneri ha dovuto formulare febbrilmente, a Houston, un nuovo programma di atterraggio. Il comandante Shepard ha dovuto poi guidare manualmente la discesa fino al suolo, che si è conclusa alle 10,18, con appena due minuti di ritardo sul programma e ad appena 18 metri dal punto prestabilito.
L'"Antares" è leggermente inclinato sulla verticale, avendo preso terra su un declivio, ma l'inclinazione non sembra tale da comportare difficoltà per la partenza, che avverrà dopo 33 ore e mezzo. Durante la rischiosa fase dell'allunaggio Shepard ha conservato tutta la sua fredda calma di astronauta. Il cuore - dicono le registrazioni - dava 80 pulsazioni al secondo, poche più del normale.
Qualche ora dopo, alle 15,54, (con un certo ritardo) Shepard ha impresso le impronte dei suoi scarponi sulla polvere di Frà Mauro, seguito dopo dieci minuti da Mitchell. Per prima cosa ha estratto dall'Antares" e messo in funzione la telecamera a colori che ha permesso all'intera umanità di seguire sul piccolo schermo le fasi salienti di questa terza spedizione della Luna. Il terzo astronauta della missione, Roosa, rimane solo in orbita lunare per 40 ore ad attendere il rientro dei colleghi nella navicella Apollo, denominata in questa missione "Kitty Hawk".
Le prime osservazioni di Shepard, non appena posati i piedi al suolo, hanno riguardato la consistenza del terreno. "E' così morbido che ha quasi ricoperto i piatti terminali delle zampe di Antares", ha detto l'astronauta. Poi Shepard ha descritto il paesaggio "E' una assoluta desolazione, resa più acuta dal fatto che il cielo è nero come pece. Le stelle - nelle regioni di Frà Mauro - non si vedono perché il terreno è bagnato dalla luce del Sole, molto basso sull'orizzonte per il giorno lunare incipiente".
Fra le prime attività degli astronauti è stata la raccolta di alcuni campioni di rocce lunari in vicinanza dell'Antares, campioni che sono stati subito messi a bordo della navicella per il caso che una situazione di emergenza li costringa a partire prima di poterne raccogliere altri. Poi hanno spiegato una bandiera americana ed hanno sistemato nelle vicinanze di Antares il generatore nucleare di elettricità, le apparecchiature per lo studio del "vento solare" ed altri strumenti scientifici.
Gli astronauti hanno poi montato il carrello a due ruote, appositamente inventato per questa missione e che poi è stato usato nelle prime ore di esplorazione per sistemare le apparecchiature scientifiche più pesanti e nei punti più lontani dall'Antares.
Il presidente Nixon, un'ora dopo che gli astronauti avevano cominciato la loro prima passeggiata lunare, si è messo in contatto con loro per esprimergli le sue congratulazioni e invitarli a pranzo alla Casa Bianca, non appena i medici della Nasa li lasceranno liberi. La passeggiata di Shepard e Mitchell si è conclusa dopo oltre quattro ore di attività extra-veicolare.

 

Il felice allunaggio e la prima E.V.A. nella zona collinosa di Fra Mauro di Shepard e Mitchell nella prima pagina de "Il Gazzettino" di sabato 6 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

 

La terza pagina del quotidiano "Il Giorno" di sabato 6 febbraio 1971, interamente dedicata all'impresa dei due astronauti, il quinto e sesto nella storia dell'umanità, discesi felicemente sulla Luna (dalla collezione personale di Gianluca Atti).