2016/02/08

1971/02/08: Il ritorno verso la Terra di Apollo 14 sulla stampa italiana


Le ultime notizie sul viaggio di ritorno verso la Terra di Apollo 14 nella prima e terza pagina del quotidiano con edizione pomeridiana "La Notte" di lunedì 8 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

IL VIAGGIO DI RITORNO

Tutto regolare

Domani sera giù nel Pacifico

(Nostro servizio) HOUSTON, 8 febbraio. Il ritorno dell'Apollo 14 da quello che gli scienziati già definiscono "la più fruttuosa esplorazione lunare" avviene con estrema regolarità. Più fruttuosa perché tra l'altro il terzetto spaziale torna con un carico di 49 chili di rocce lunari, alcune delle quali grosse come palloni da calcio; regolare perché è occorsa solo una delle tre rettifiche previste per l'imbocco della giusta rotta di rientro terrestre e perché ormai Alan Shepard, Edgar Mitchell e Stuart Roosa hanno smaltito molto della stanchezza che avevano accumulato sulla Luna i primi due e intorno alla Luna il terzo.

Quella stanchezza che aveva determinato una di quelle risposte per le quali Shepard è famoso in tutto l'ambiente della NASA e che intimidisce i suoi sottoposti e i suoi capi. Vale la pena di riferire l'episodio, anche se è di ieri. L'astronave aveva appena iniziato il volo di ritorno verso la Terra dopo essersi staccata dall'abbraccio della Luna, che la base di Houston invitava Shepard e compagni ad effettuare certe fotografie della Luna, con un apparecchio particolare che, tra l'altro, nei giorni precedenti aveva dato anche qualche noia agli operatori.

La richiesta di Houston è stata seguita da un lungo silenzio. Poi Shepard con voce gelida ha detto: "State parlando seriamente? Quassù ci prepariamo ad andare a dormire". A terra il direttore di volo ha cercato di dire qualcosa, piuttosto imbarazzato, ma è allora decisamente intervenuto anche Roosa che ha tagliato corto dicendo: "La macchina fotografica è stata messa via sotto un mucchio d'altra roba perché non avevamo intenzione d'usarla. Adesso è difficile tirarla fuori".

"OK - ha risposto il controllore di volo - noi dovevamo dirvelo. Ma se non ne avete voglia, non parliamone più". Successivamente vi sono stati tre quarti d'ora di silenzio, durante i quali cosmonauti hanno fatto pulizia all'interno, riponendo con maggio cura tutto il materiale caricato. Tra l'altro, tutta la roba impediva loro di "stendere" le brandine e di dormire bene. A bordo hanno anche il meccanismo di attracco, da riportare a terra affinché i tecnici lo smontino pezzo per pezzo onde individuare l'ormai famoso inceppamento del primo giorno di volo. Poi finalmente sono andati a dormire.

Il secondo lungo riposo - previsto in ben dieci ore - è quello iniziato alle 5.23 di stamane. Quando si sveglieranno alle 15.23 per fare un buon pasto, l'Apollo 14 si troverà a 235.897 chilometri dalla Terra. Per arrivare allo splash-down finale nel Pacifico, il terzetto ha ancora un giorno e mezzo di viaggio, che sarà routine al 99 per cento. L'altro un per cento sarà dato dalla mezz'ora cruciale del rientro, che durerà dalle 21.49 alle 22.03, ora dell'impatto sul mare.

Gli scienziati di Houston non hanno avuto esitazione a dichiarare che la missione può essere considerata senza dubbio la più riuscita delle tre finora compiute. L'unico motivo di delusione è il fatto che Shepard e Mitchell non siano riusciti a completare l'escursione di ieri portandosi sull'orlo del cratere conico per osservare, come avrebbero voluto gli scienziati, le caratteristiche del fondo.

La delusione è stata grossa certamente, soprattutto dal punto di vista psicologico. Tuttavia si ritiene che in termini scientifici la mancata osservazione del fondo del cratere possa essere compensata dalle rocce prelevate lungo il declivio e probabilmente proiettate colà al momento della formazione del cratere stesso.

Viaggiare per 383.000 chilometri fino alla Luna e vedersi bloccare a soli 330 metri dal luogo in cui speravano di scoprire i segreti della violenta creazione del sistema solare è stato certo duro per gli astronauti.

E' naturale che il profano si chieda come mai la stanchezza abbia stroncato Shepard e Mitchell in un ambiente come quello lunare, in cui la gravità è ridotta di un sesto rispetto alla terra e un uomo può sollevare agevolmente un masso di 270 chili. Secondo il direttore di volo Pete Frank, la ragione va cercata nell'ingombro e nella mancanza di flessibilità nelle tute spaziali e nel suolo formato di grani finissimi, una specie di pantano granulare nel quale ogni passo costava grandi fatica.

"Eravamo pienamente consci dell'asperità della salita (lungo il cratere) e della grandezza dei massi che gli astronauti dovevano aggirare - ha detto Frank - c'è solo che l'ascesa si è rivelata più difficile di quanto prevedessimo".

Ecco una sintesi della giornata odierna:

-- 15.23. - Sveglia e pasto nel modulo di comando.

-- 19.23. - Gli astronauti eseguono esercizi fisici.

-- 20.23. - Secondo pasto di Shepard, Mitchell e Roosa.

-- 23.49. - Correzione di rotta prevista dal programma, ma che forse non sarà necessaria perché "Hutty Hawk" [sic] sta seguendo una traiettoria perfetta. A quell'ora l'astronave si troverà già a meno di 200 mila km. dalla Terra.

I cosmonauti domattina sentiranno perciò già odore di casa. Avranno ancora una decina d'ore in buona parte riservate ad altri esperimenti di bordo e a riprese fotografiche. Ma si tratta più che altro di attività tipo riempitivo inserite dai programmatori della NASA nel piano di volo per fare sì che gli astronauti non sentano la noia dell'attesa e non si facciano prendere dall'ansia dell'ultima ora.  (L.F.)