2016/02/09

1971/02/09: Le ultime ore nello spazio, il rientro nell'atmosfera e il perfetto "splashdown" nell'Oceano Pacifico

Martedì 9 febbraio 1971. Il grande viaggio dell'equipaggio di Apollo 14, composto da Alan Shepard, Stuart Roosa e Edgar Mitchell, e che ha segnato il ritorno di astronauti della NASA sulla Luna, volge ormai al termine.

Alle 13:25 ora italiana l'astronauta addetto alle comunicazioni Fred Haise, uno dei protagonisti della precedente sfortunata missione lunare Apollo 13, suona la sveglia agli uomini della sesta trasvolata umana della storia Terra-Luna-Terra. Haise: "Buongiorno 14, qui Houston". "Buongiorno Freddo (come amichevolmente viene soprannominato Haise nell'ambiente della NASA)", risponde Mitchell. Il comandante della missione Shepard e il pilota del Modulo di Comando "Kitty Hawk" Roosa, dopo essersi "sbarbati" con un normale rasoio elettrico, consumano insieme a Mitchell l'ultima abbondante colazione nello spazio. Subito dopo vengono informati dal Centro di controllo di Houston dell'annullamento dell'ultima correzione di rotta, prevista nel piano di volo originale.

La navicella spaziale si trova in questo momento a poco più di centomila chilometri dalla Terra. Il pianeta azzurro che i tre valorosi uomini della Nasa hanno lasciato in un piovoso pomeriggio in Florida, domenica 31 gennaio, si fa sempre più vicino.

Dopo aver sistemato e ordinato la cabina, alle 21:35 italiane, a Houston sono le 14:35, pochi minuti prima di iniziare il tuffo finale nell'atmosfera, il Modulo di Comando, con a bordo i tre astronauti e il prezioso e ricco "bottino" lunare proveniente dalla zona di Fra Mauro, si distacca dal Modulo di Servizio.

Alle 21:47, alla velocità di quasi 40 mila chilometri orari, avviene l'ingresso nello stretto corridoio nell'atmosfera. Alle 21:51 ha inizio il "blackout" nelle comunicazioni radio tra la capsula Apollo e il Centro di controllo a Terra. E' sempre un momento di tensione e di emozione per i tecnici che seguono il volo da Houston e per milioni di radio telespettatori che seguono in diretta l'avvenimento in tutto il mondo.

I due disegni illustrano le ultime manovre prima del rientro sulla Terra della capsula Apollo. In alto la separazione del Modulo di Comando con a bordo Shepard, Mitchell e Roosa dal Modulo di Servizio. In basso l'inizio della discesa nei primi strati alti dell'atmosfera della navicella spaziale (credit: "Navi spaziali". Autore: Kenneth Gatland, 1969).

 

Sono trascorsi poco meno di quattro minuti dall'inizio del silenzio radio quando alle 21:54 viene ripristinato il collegamento tra la nave di recupero "New Orleans" e la capsula diretta verso l'impatto con l'oceano. La prima voce a giungere a terra ai controllori di volo è quella del comandante Alan Shepard: "Arriviamo!".

Alle 21:59 ora italiana, i teleschermi accesi collegati in diretta in tutto il mondo mostrano lo spettacolare dispiegamento dei tre grandi paracadute bianchi e rossi. Alle ore 22, cinque minuti e zero secondi, a Houston nel Texas le lancette dell'orologio sono indietro di sette ore, e sono le 15:05, il perfetto "splashdown" nelle acque dell'Oceano Pacifico, a 1500 chilometri circa dall'isola di Samoa.

Sono trascorse esattamente 216 ore, un minuto e cinquantotto secondi dal momento del "liftoff" dalla rampa di lancio 39-A.

Il viaggio Terra-Luna-Terra dell'equipaggio di Apollo 14 si conclude in maniera trionfale: i tre astronauti, usciti uno alla volta dalla capsula ribattezzata "Kitty Hawk", ciò che rimane del gigantesco complesso spaziale alto 110 metri lanciato il 31 gennaio, e trasportati con l'elicottero verso la portaerei, appaiono in buone condizioni di salute, per nulla stanchi ed affaticati.

Per Alan Shepard, Stuart Roosa e Edgar Mitchell inizia ora un periodo di isolamento, come è accaduto ai precedenti equipaggi di Apollo 11 e Apollo 12 tornati dalla Luna, in cui racconteranno durante i vari briefing, agli scienziati e ai tecnici della Nasa, passo per passo, la straordinaria avventura sulla superficie tormentata di Fra Mauro.

 

Foto AP14-S71-18753.

 

Foto AP14-S71-19472, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Il pilota del Modulo Lunare Edgar Mitchell è il primo ad uscire dalla capsula Apollo e a salire sul canotto accolto da un uomo-rana. Alle sue spalle si intravede Stuart Roosa, anche lui in procinto di uscire da quella che è stata la loro casa per nove giorni. Foto AP14-S71-19474, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Anche il comandante Shepard è uscito dalla capsula Apollo e attende insieme ai suoi due compagni di essere issato a bordo dell'elicottero che li trasporterà sulla portaerei di recupero "New Orleans". Foto AP14-KSC-71P-143, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-S71-19475 scansione, di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-KSC-71P-148, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-KSC-71P-149, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-KSC-71P-150 scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-S71-19476, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Arrivati sulla portaerei i tre astronauti (in ordine da sinistra a destra) Roosa, Mitchell e Shepard, usciti dall'elicottero, salutano il personale militare a bordo della "New Orleans". Foto AP14-KSC-71P-163, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-S71-19473, scansione di Ed Hengeveld. 

 

I protagonisti del terzo sbarco umano sulla Luna all'interno del Mobile Quarantine Facility (MQF), dove trascorreranno una quarantena di circa due settimane. Foto AP14-S71-18557, scansione di Ed Hengeveld. 

 

Foto AP14-KSC-71P-168, scansione di Ed Hengeveld.