2016/02/10

1971/02/10: Il ritorno sulla Terra di Apollo 14 su "Il Resto del Carlino"

Il ritorno a terra dei protagonisti del terzo sbarco umano sulla Luna nella prima pagina de "Il Resto del Carlino" (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Perfetto ammaraggio nel Pacifico

L'Apollo è tornato

I tre reduci dell'avventurosa esplorazione lunare raccolti dalla portaerei "New Orleans" a sud delle isole Samoa - Venerdì saranno al centro spaziale di Houston per essere interrogati dagli scienziati - Ieri intanto gli astronauti hanno concesso una specie di conferenza stampa: il comandante Shepard ha spiegato perché non riuscì a raggiungere la cima del cratere lunare

HOUSTON, 9 febbraio. Il volo di "Apollo 14" è terminato oggi alle ore 22,05 come previsto dal programma. La capsula, con a bordo i tre astronauti Alan Shepard, Stuart Roosa e Edgar Mitchell, ha ammarato con sbalorditiva precisione nei pressi della portaerei che incrociava nel Pacifico a sud delle isole Samoa. Uno alla volta i reduci della Luna sono usciti dalla navicella e sono stati issati a bordo degli elicotteri che li hanno poi trasportati sulla portaerei. Giovedì mattina i tre astronauti raggiungeranno in elicottero Samoa e di qui, trasferitisi su un grosso aereo a reazione, raggiungeranno Houston nelle prime ore di venerdì. Li attendono per interrogarli gli scienziati del centro spaziale.

L'ultima giornata di volo era trascorsa nella massima tranquillità. I tre astronauti sono stati svegliati alle 13,25, ora italiana, dal collega Fred Haise il quale segue il loro volo dal centro di controllo i Houston. In quel momento la navicella si trovava a poco più di centomila chilometri dalla Terra. Alan Shepard, Edgar Mitchell e Stuart Roosa hanno consumato la prima colazione, quindi si sono dedicati ad esercizi di navigazione.

I tre astronauti hanno poi risposto ad alcune domande trasmesse loro dal centro di controllo di Houston.

Alan Shepard ha definito il volo dell'"Apollo 14" un grande e clamoroso successo: gli astronauti portano a Terra molto materiale geologico e fotografico. Ha aggiunto che egli e Mitchell sono giunti sino ad un centinaio di metri dalla cima del cratere che dovevano scalare e che avrebbero potuto raggiungerne la cima se non si fossero fermati per raccogliere rocce e compiere altri esperimenti.

Shepard ha poi affermato di non avere avuto fastidi per quanto riguarda stanchezza e visibilità sulla superficie lunare. "Non siamo rimasti disorientati e non ci siamo persi. Era soltanto questione di tempo; con alcuni minuti a disposizione per guardarsi attorno, ci si rendeva conto di dove fossimo".

A sua volta Mitchell ha affermato che, anche se non sono riusciti a raggiungere la cima del "cratere a cono", nondimeno "tutti i principali obiettivi della missione sono stati raggiunti". Il problema principale durante le passeggiate lunari è stato costituito dal terreno accidentato che limitava la visibilità a 100-150 metri. "Non sapevamo mai quale punto di riferimento sarebbe apparso dopo ogni collina - ha detto Mitchell. - Siamo rimasti molto sorpresi quando, raggiunta la cresta che pensavamo costituisse la cima del "cratere a cono", ci siamo accorti che v'è n'era un'altra oltre quella"

Il comandante Shepard ha quindi spiegato che il "Lem" si è posato "in pieno sull'obiettivo, leggermente a destra. Sono stato costretto ad atterrare su un pendio perché nella zona non vi era un punto pianeggiante. Ho notato di aver sollevato meno polvere di quanto ci aspettassimo durante l'atterraggio. La polvere ha cominciato ad alzarsi quando il "Lem" era circa 150-100 metri dalla superficie, senza però ridurre la visibilità".

Accennando alla sua "partita di golf", Shepard ha detto di aver tirato tre palle. "La prima - ha precisato - l'ho mancata. La seconda l'ho lanciata a circa duecento metri e la terza a più di 400 metri".

Quale è stato il momento più emozionante della vostra impresa? E' stato chiesto da Terra. Roosa, che ha atteso in orbita lunare i suoi compagni, ha detto che l'emozione più profonda l'ha sentita vedendo per la prima volta la Luna a 96 chilometri di distanza: Per Mitchell l'emozione più viva è stata vedere dall'oblo dell'Antares il "cratere a cono". Shepard infine a risposto: "Penso che la più grande emozione per me debba ancora venire: sarà quando avrò posato tutti e due i piedi sulla portaerei che ci raccoglierà dopo l'ammaraggio".