2016/02/01

1971/02/01: Il lancio di Apollo 14 su “Stampa Sera”

La prima e seconda pagina del quotidiano "Stampa Sera" di lunedì 1 febbraio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Partito l'Apollo 14 con un lieve ritardo

VERSO LA LUNA

La prima frase dal cosmo è del veterano Shepard: "Grazie di tutto, ragazzi"


dal corrispondente - New York, lunedì matt.
Un anno e mezzo dopo la discesa dei primi uomini sulla Luna, è incominciata un'altra meravigliosa avventura. Shepard, Mitchell e Roosa volano verso il satellite sull'Apollo 14.
Il lancio è avvenuto alle 22,03 ora italiana, ieri sera, con 40' di ritardo, al termine di un agitato "conto alla rovescia". Perturbazioni temporalesche hanno indotto il direttore delle operazioni, Kapryan, ad attendere una schiarita: in condizioni analoghe, nel novembre '69, Apollo 12 era stato colpito da un fulmine, per fortuna senza conseguenze. "Non volevo che si ripetesse un incidente simile" ha detta Kapryan, con il cuore in gola.
La tempesta non ha toccato Capo Kennedy, ma s'è fermata a circa due chilometri. Se la situazione fosse peggiorata, l'Apollo 14 avrebbe potuto attendere, ma solo fino alle 1,11 di stamane, poi tutto sarebbe stato rinviato al 1° marzo.
I reattori che la Nasa da circa mezz'ora teneva in volo sulla zona hanno comunicato i dati relativi alle formazioni temporalesche: si stavano avvicinando, ma contemporaneamente si spostavano dalla direzione di Capo Kennedy. Le norme della Nasa impongono che nessun lancio venga effettuato se vi sono temporali in un raggio di otto chilometri. Vista la situazione, il conteggio è stato ripreso, ed intanto erano trascorsi 40 minuti.
Tutto è avvenuto alla perfezione. Alle 22,03 Apollo 14 si è levato sulla sua piattaforma di fuoco, ha puntato verso il cielo, è sparito.
Alle 22,07 il massiccio primo stadio del razzo vettore ha esaurito la riserva di carburante e si è staccato. Il secondo stadio si è acceso con esattezza cronometrica ed è rimasto in funzione per 6'30'' sviluppando una potenza di spinta di mezzo milione di chilogrammi. La velocità ha raggiunto i 24.967 km all'ora ed erano passati nove minuti dal lancio.
Da bordo è giunta chiarissima la voce del comandante Shepard: "Grazie di tutto, ragazzi!".
Il secondo stadio ha esaurito la sua riserva di carburante alle 22,12 (ora italiana) e un secondo dopo si è acceso il terzo stadio che è restato acceso per 2'22''. Successivamente l'Apollo 14 è entrato in orbita terrestre alle 22,15. In quel momento la astronave era a 190 chilometri d'altezza. Secondo le rigide norme della tabella di marcia doveva compiere una intera rivoluzione del globo terrestre, più un'altra frazione, per immettersi poi in una traiettoria cislunare.
L'orbita di parcheggio è stata pressoché circolare, fra 186 ed i 192 chilometri di quota. Giungevano i primi dati fisiologici: all'uscita dall'atmosfera il cuore di Roosa era sui 132 battiti al minuto, quello di Mitchell a 90. Per Shepard non si hanno dati: qualcosa nell'apparecchio di registrazione non funziona.
Alle 0,39, altra manovra perfetta. L'Apollo 14, azionando il motore principale, ha lasciato l'orbita terrestre e si è immesso nella traiettoria che lo porterà attorno alla Luna. Tutto procede quindi in modo cronometrico.
L'America e l'Unione Sovietica hanno abituato il mondo alle imprese spaziali ai limiti della scienza e delle capacità umane, ma questa volta, l'Apollo 14 deve rispondere a interrogativi che potrebbero cambiare il corso del progresso. L'uomo è pronto a colonizzare i pianeti, o deve lasciare l'esplorazione alle macchine? Sono giustificati i costi che le due massime potenze sopportano? Per l'Apollo 14 vengono spesi 250 miliardi di lire, si mettono in pericolo vite umane, come sembrò dimostrare il dramma dell'Apollo 13 lo scorso aprile, o la moderna tecnologia è infallibile?
Da bordo della loro astronave, Shepard, comandante e il "nonno" dello spazio, Mitchell che lo accompagnerà nella "passeggiata" lunare, e Roosa che li aspetterà in orbita, hanno promesso alla base il successo. Sicuri di sè, animati dalla speranza, procedono sereni verso il loro obiettivo.
Fino all'alba di domattina, quando abbandoneranno la traiettoria "a ritorno libero" per quella "ibrida", che consentirà loro di avvicinare il satellite in condizioni più favorevoli, non saranno impegnati in importanti manovre. Si tratterà di ore di preparazione e di riflessione. Li seguono gli auguri di tutti.
Con l'Apollo 14 la fase cosiddetta H del programma lunare della Nasa, e ha inizio quella J. I tre restanti lanci (luglio '71, gennaio e luglio '72), dovrebbero portare sul satellite anche una specie di jeep, con una permanenza doppia dell'attuale. Ha detto Rocco Petrone:"In questa fase, dovremmo dimostrare che è possibile colonizzare la Luna. Ma non è chiaro che cosa faremo dopo. Mancano i fondi, la volontà dell'amministrazione è incerta. Potrebbe darsi che nessun americano metta più piede sulla Luna fino all'82".
Lo scoramento a Capo Kennedy è comprensibile: la Nasa è in crisi, i suoi effettivi sono scesi da 400 mila a 150 mila circa.
Dopo il programma Apollo, in realtà, il presidente Nixon pare volersi concentrare sulla costruzione di una piattaforma orbitante intorno alla Terra, un laboratorio spaziale accessibile con nuovi veicoli, metà razzi e metà aerei. Egli ha già fatto annullare tre voli sulla Luna, e ha ridotto a 3 miliardi di dollari il bilancio che nel '65 raggiungeva 5 miliardi.
Anche il programma per le esplorazioni di Marte con automatismi sarebbe ridimensionato. Questo è uno dei motivi che hanno spinto Shepard a tornare nello spazio: "Occorre che gli Stati Uniti ritrovino la spinta dell'inizio degli anni sessanta", ha detto. "Sopratutto nel momento in cui la tecnologia sovietica compie passi da gigante".
Proprio lui, però, è stato vittima di un infortunio tecnico: uno dei sottilissimi cavetti che registrano e trasmettono i battiti del cuore, si è staccato e non ha inviato dato alcuno. (Ennio Caretto)

Trascrizione a cura di Gianluca Atti.