2016/02/03

1971/02/03: Le ultime notizie sul viaggio verso la Luna di Shepard, Mitchell e Roosa sulla prima pagina de "La Stampa"

La prima pagina de "La Stampa" di mercoledì 3 febbraio 1971 (dalla collezione cartacea di Gianluca Atti).



L'astronave si sta avvicinando alla zona di gravità lunare

Apollo tutto bene dopo la "crisi docking"

I piloti parlano "come computers" - La manovra d'aggancio non sarà ripetuta - A Houston dicono: "Si sprecherebbe solo carburante prezioso" - Venerdì la discesa sul satellite e la prima passeggiata

(Dal nostro corrispondente) New York, 2 febbraio. L'"Apollo 14 si avvicina alla Luna, e a bordo tutto procede regolarmente. L'impresa, incominciata tra grandi difficoltà, sembra avviata al successo. Alan Shepard, Edgar Mitchell e Stuart Roosa sono in condizioni eccellenti: oggi, tra le 15 e le 23 italiane, hanno riposato una seconda volta. Al Centro spaziale di Houston sono ritornate la serenità e la speranza: "Rispetteremo la tabella di marcia" ha dichiarato il direttore della missione, Chester Lee. L'astronave ha superato la metà del tragitto alle 1,08 di stamane, e alle 4,39 ha abbandonato la traiettoria translunare "a ritorno libero" per quella "ibrida" che le consentirà di scendere sul satellite.
Domattina, l'"Apollo 14" si troverà a "soli" 40 mila chilometri dal suo obiettivo: l'ingresso in orbita è previsto per le 8,01 di giovedì, e la discesa sulla Luna per le 10,16 del giorno seguente, venerdì 5 febbraio.
La paura è dunque passata. Almeno temporaneamente sono scomparsi i dubbi sorti sull'impresa e sul programma spaziale americano, già compromesso dal dramma dell'"Apollo 13" lo scorso aprile. I tecnici di Houston non hanno scoperto la causa dei mancati agganci tra la capsula "Kitty Hawk" e il modulo "Antares". "Forse, corpi estranei hanno impedito ai ganci di scattare" ha detto Lee. E ha subito aggiunto: "Se così è stato, essi se ne sono andati da soli. Adesso abbiamo la certezza che il meccanismo funziona". Per prudenza, gli esami dei dati trasmessi dai tre astronauti continuano, come gli esperimenti sui modelli della sonda e dell' "imbuto" fatti arrivare a Houston dai costruttori. Ma è esclusa una manovra di prova d'aggancio delle due parti dell'astronave in orbita lunare. "Sprecheremmo soltanto del carburante prezioso" ha concluso Lee.
La fiducia nell'"Apollo 14" e nel suo equipaggio, anzi, è cresciuta a tal punto che neppure l'eventualità di un altro mancato aggancio allarma i tecnici e i dirigenti della Nasa. Lee ha rivelato che se il modulo di ritorno dalla Luna, non riuscisse a congiungersi alla capsula, Shepard e Mitchell "camminerebbero" da quello a questa. "Hanno compiuto un minuzioso addestramento sott'acqua", a detto "nella piscina del nostro Centro. Kitty Hawk e Antares sono dotati di maniglie esterne per la passeggiata nel vuoto".
L'astronauta McDivitt, che dirige il programma, ha precisato: "Shepard uscirebbe per primo dal portello del modulo, dopo aver indossato lo scafandro, con una fune alla vita, legata a Mitchell all'altra estremità, e passerebbe sulla capsula. Mitchell farebbe scorrere sulla fune le borse con il materiale prelevato dalla Luna, e raggiungerebbe poi i compagni". 
Queste dichiarazioni hanno colto tutti di sorpresa. La manovra non è nuova, la eseguirono per primi, nel gennaio del '69, i sovietici Jeliseev e Khrunov, trasferendosi dalla "Soyuz 5" alla "Soyuz 4" in orbita terrestre: ma ieri mattina, a Houston, i dirigenti e i tecnici della Nasa avevano dato l'impressione che la missione lunare dipendesse dall'aggancio. Ha stupito i giornalisti anche un altro particolare. Shepard, Mitchell e Roosa non erano stati preavvertiti della possibilità di una modifica del volo. Ha spiegato McDivitt: "Abbiamo preferito non allarmarli. Nessuno di loro ha mai dubitato che la missione non si dovesse concludere felicemente". Anche ora i tre astronauti ignorano l'incertezza che per 24 ore ha circondato la sorte dell'"Apollo 14". 
Shepard, Mitchell e Roosa si stanno dimostrando superiori ad ogni aspettativa. Formano forse l'equipaggio più efficiente e autocontrollato della storia della Nasa. Nel pericolo, sono emerse la loro doti individuali: l'abilità di pilota di Roosa, l'intelligenza e la conoscenza tecnica di Mitchell, il coraggio e la capacità di comando di Shepard. I giornalisti americani a Houston pensano che i tre astronauti lavorino troppo e troppo bene. "Perché nessuno pronuncia mai una battuta spiritosa?" scrivono i giornali. "Il loro dialogo con Houston sembra quello dei computers".
Solo Roosa, al primo risveglio, dopo una colazione a base di spaghetti al pomodoro, s'è concesso un sorriso: "Mi avete dato un materasso scomodo" ha detto al Centro spaziale, "non ho dormito bene". Per il resto, gli astronauti badano a compiere esperimenti e misurazioni.   (Ennio Caretto)